L’Alfa-Mannosidosi è una malattia genetica ultra-rara, che colpisce un numero molto limitato di persone, con un’incidenza stimata tra 1 su 500.000 a 1 su 1.000.000 di neonati.
Questa patologia rientra nel gruppo delle malattie da accumulo lisosomiale (LSD), caratterizzate da un anomalo accumulo di varie molecole all’interno dei lisosomi e conseguente malfunzionamento degli stessi.
Questi ultimi, essenziali per il processo di “riciclo” di alcune componenti cellulari, non riescono a svolgere correttamente il loro ruolo a causa della carenza o dell’assenza dell’enzima Alfa-Mannosidasi.
Tale deficit provoca un accumulo anomalo di sostanze, note come oligosaccaridi, all’interno delle cellule, causando così i sintomi della malattia.
Come viene ereditata l’Alfa-Mannosidosi?
L’Alfa-Mannosidosi segue un modello di ereditarietà autosomica recessiva, il che significa che il gene responsabile si trova su uno degli autosomi, o cromosomi non sessuali.
Questo rende la malattia indipendente dal sesso: maschi e femmine hanno le stesse probabilità di manifestare la patologia.
Inoltre, essere una condizione recessiva implica che la malattia si manifesti solo se un individuo riceve una copia del gene mutato da entrambi i genitori.
Pertanto, la patologia si presenta nei bambini solo se entrambi i genitori sono portatori della mutazione genetica. Se entrambi sono portatori, c’è una possibilità su quattro ad ogni gravidanza che il loro figlio erediti contemporaneamente due copie mutante del gene e, di conseguenza, sviluppi l’Alfa-Mannosidosi.
La variabilità nell’Alfa-Mannosidosi
L’Alfa-Mannosidosi si manifesta attraverso un ampio spettro di sintomi, la cui gravità può differire significativamente tra gli individui affetti. La comprensione dei diversi stadi di questa malattia è fondamentale per l’approccio diagnostico e terapeutico.
Attualmente, l’Alfa-Mannosidosi può essere classificata in tre forme principali, basate sulla gravità dei sintomi, sull’età di insorgenza e sulla presenza di anomalie scheletriche:
Tipo 1: questa è considerata la forma più lieve. Di solito, viene diagnosticata clinicamente dopo i 10 anni di età. I pazienti con questa variante hanno una progressione molto lenta della malattia e non presentano anomalie scheletriche evidenti.
Tipo 2: rappresenta la forma moderata della malattia nonché quella più comune, con un’età di insorgenza precedente ai 10 anni. Questi pazienti mostrano anomalie scheletriche e la malattia progredisce lentamente, conducendo allo sviluppo di atassia, ovvero difficoltà nel coordinamento dei movimenti, generalmente tra i 20 e i 30 anni.
Tipo 3: è la forma più grave, caratterizzata da un’insorgenza precoce, nell’infanzia, anomalie scheletriche significative e una rapida progressione. Questa variante porta spesso a una morte prematura a causa di complicazioni legate al coinvolgimento del sistema nervoso centrale (SNC) o a miopatie.
I sintomi più comuni dell’Alfa-Mannosidosi
Disfunzione del sistema nervoso: questo può portare a ritardo nello sviluppo motorio e cognitivo, difficoltà di apprendimento, deterioramento della capacità di linguaggio e, in alcuni casi, disabilità intellettive. Alcuni pazienti imparano a parlare tardi, talvolta nella seconda decade di vita. Questo sviluppo compromesso del linguaggio con vocabolari limitati e pronuncia scarsa potrebbe essere spiegato anche dalla perdita dell’udito congenita e/o ad insorgenza tardiva.
Problemi muscolari e scheletrici: possono includere deformità scheletriche, articolazioni rigide o deboli, bassa statura e difficoltà nel muoversi. I tratti facciali possono essere non facilmente distinguibili, ma la maggior parte dei pazienti presenta alcune caratteristiche come una testa grande con fronte prominente, sopracciglia arrotondate, naso appiattito, macroglossia, denti ampiamente distanziati e prognatismo. Il collo è generalmente più corto della media. Segni clinici o radiografici di disostosi multipla da lieve a moderata sono presenti nel 90% dei pazienti. Le anomalie più frequenti sono la scoliosi e la deformazione dello sterno.
Problemi di salute generale: altri sintomi possono comprendere ingrossamento della milza e del fegato, disturbi respiratori e gastrointestinali, problemi cardiaci, problemi di udito e vista, immunodeficienza o autoimmunità.
Disturbi motori e psichiatrici: lo sviluppo delle funzioni motorie nei pazienti affetti è generalmente lento, ciò è causato da una combinazione di fattori come debolezza muscolare, anomalie articolari e atassia dovuta all’atrofia cerebrale e alla demielinizzazione cerebrale. La compromissione è per sua natura progressiva, con graduale peggioramento nella seconda e terza decade di vita. Nei pazienti con disabilità intellettiva, i sintomi psichiatrici possono essere trascurati. Tuttavia, un’indagine ha rilevato sintomi psichiatrici in oltre il 25% dei pazienti adulti affetti da Alfa- Mannosidosi.
Prognosi a lungo termine dell’Alfa-Mannosidosi: una sfida continua
L’Alfa-Mannosidosi è caratterizzata da una progressione insidiosa e da una natura progressiva. Questo tipo di quadro clinico pone sfide significative sia per i pazienti che per i loro caregiver. Tuttavia, è importante sottolineare che molti pazienti raggiungono e superano l’età di 50 anni. Questo aspetto sottolinea che un supporto continuo e multidisciplinare nonché una gestione terapeutica appropriata, possono fare una significativa differenza nel percorso di vita di chi è affetto da Alfa-Mannosidosi.
Fonti
• Malm D, Nilssen Ø. Alpha-mannosidosis. Orphanet J Rare Dis. 2008 Jul 23;3:21. doi: 10.1186/1750-1172-3-21.
*Con il contributo non condizionante di Chiesi Global Rare Diseases Italia*